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Donne High Profile

Ma quanto costa a un uomo la compagnia di una fanciulla?

Ieri esco a cena con due amici conosciuti da poco per cui ancora nella sindrome da “devo fare bella figura”. In realtà non avevo voglia di uscire quindi l’organizzatore della serata ha dovuto telefonarmi ben due volte (vodafone su tim) per convincermi. A questo aggiungi la telefonata sotto casa per dire “siamo arrivati”. Nel frattempo, dispersa nelle polveri sottili dello smog milanese, la benzina per raggiungere casa mia da zona Città Studi. Alle ore 21.30 le polveri sottili non si contano più dal numero dei giri fatti in zona Brera per trovare parcheggio. Con nessuna striscia bianca, strisce gialle occupate, strisce blu no comment, parcheggi vips con tariffa 4€ l’ora (che loro volevano pagare!) alla fine ripieghiamo su parcheggiatore abusivo 4€ toda la noche.

A quel punto presa da un senso di colpa turbosfigato per il dispendio di polveri sottili, caccio i 4€ dal portafogli cosciente che sarebbe stata l’unica mia spesa della serata.

Arrivati nel caldo ristorante, al mio arricciare il naso all’idea di una pizza, i due ordinano mare e monti, carpaccio di salmone, insalata di gamberetti agli agrumi, affettati e formaggi con marmellata di frutti di bosco, tiramisù, pere caramellate e una pizza divisa in tre perché erano usciti solo per una pizza, loro.

Segue la solita scenetta con io che caccio il portafogli e loro che fanno contorsioni per non far vedere il conto (volano banconote da 50, non dimentichiamo che siamo a Milano e non da Michele a Napoli). Aggiungi tutte le polveri sottili del ritorno a casa mia e del rientro a casa loro.

 

Il calcolo è molto semplice:

 

Spesa media ragazza:4€

Spesa media ragazzo 1 con auto: 70€

Spesa media ragazzo 2 senz’auto: 50€

 

E, giuro, io non sono neanche una ragazza con frangetta, Louis Vuitton su gomito rigido, stivaletti Hug, ricostruzione unghie e parrucchiere il sabato, la cosiddetta ragazza "ad alto mantenimento”, high profile, per l’appunto.

Poveri, era solo un mercoledì di neve.

mao mao

Che non è il nick di Mao Tse-Tung.

Arrivano. Con l’estate. Come sciami di api impazzite.

Hanno gli occhi vispi e aggressivi di chi si deve sempre difendere.

Masticano chewing gum facendo le bollicine dentro la bocca.

Portano fermagli nei capelli, calzini nelle scarpe da tennis, tatuaggi sul dorso della mano.

Puzzano di olio johnson e sudore ma sono sempre alla moda.

Cinese, coreana, indiana, di San Giuseppe Vesuviano.

Si svegliano all’alba per venire a mare in Costiera.

Una volta sulle spalle portavano i bonghi e le radio.

Adesso ascoltano i cellulari muovendo solo la testa.E ballano.

Bassi, sulle ginocchia, ondeggianti, come si porta adesso.

Si siedono nell’androne del treno buttandosi sugli zaini stracolmi.Quegli stessi che fino a qualche giorno fa usavano per andare a scuola.

Si baciano rumorosamente come se il mondo fosse quel brillantino che portano all’orecchio. Un accessorio.

Urlano.Come se dovessero spaccare il mondo, con le voci afone e la pelle macchiata dal troppo sole.

Per mettere i piedi sul sediolino dispongono prima il giornale: accussi o’ cuntrullore nun me po dicere niente.Ridono. E rido pur’io. E’ un’idea geniale.

Si svegliano e vengono a cercare l’acqua pulita, le spiagge pulite e i capelli che si arricciano al vento.

Vengono perché dove abitano il bagno non si può fare.

E se non ti fai nir’ nir al sud  non puoi campare. Parola di Merincontraria.

Sono sfingi con i lineamenti da lince e  i fianchi grondanti dai pantaloni a vita bassa.

Sono i mao mao e mente scrivo esultano inseguendo un goal sotto il cielo di un’estate italiana…

 

Che google sei?

 

Test:Che google sei?

Dimmi cosa scrivi nei motori di ricerca e ti dirò chi sei.

Da quando il gioco della felicità di Pollyanna non mi funziona più, riflettevo sulle chiavi di ricerca.

Le mie ricerche di oggi:

lavorare in Giappone

Cavalli per h&m

che cosa è la depressione

bradipo

 

Profilo: Venticinquenne insoddisfatta, cerca evasione nella cultura orientale. Aspira a  diventare una gigolò a Kabuki Cho o un’attrice affermata col desiderio inconscio che tutti i nipponici si  innamorino dei suoi occhi all’occidentale e delle sue tette quarta misura.Pur nell’assenza di stimoli derivante da una lieve depressione stagionale e dall’incombenza del baratro della disoccupazione, persiste un certo animo da fashion victim che si paga nella contemplazione del low cost scandinavo.

La scelta del bradipo è motivata dal fatto che vivere sugli alberi e guardare il cielo a testa in giù è il suo sogno fin da quando ha letto il Barone Rampante. Ma a quell’epoca Pollyanna funzionava ancora e lei convinceva le amichette  di scuola che non stavano mangiando la pasta con la salsa della mensa, ma pane e nutella.

Poi per colpa di Grecia Colmenares e delle soap latinamericane l’epoca di Pollyanna è tramontata e l’insoddisfatta va a cercare se stessa nel tempio di Google.

 

Poscriptum: Il mio profilo è di gran lunga migliore di chi arriva sul mio blog cercando “Scrub peli incarniti collo”, “segretaria scema” “scopata con la suocera” “ divisione in sillabe lenticchie”, “animali virtuali da accudire”. Questi si che sono geni del male.

 

 

 

Web – aholic.

E’ un po’ che ci penso. All’affollamento della blogsfera.

Blog come funghi, polposi e velenosi.

Blog  tamagochi: da accudire, da curare, da sfamare.

E ora il link, ora la foto, mò la canzone di sottofondo e il post che è una vita che non aggiorno e fammi controllare i Pvt,  che magari qualcuno scrive quanto sobbrava e poi shinystat, l’account su flickr e le categorie, per quando farò un sito. Ma questa sono io. Un caso disperato.

L’orticello virtuale è solo l’ultima delle dipendenze consolidate.

Le mie rote da web.

Odio parlare al cellulare ma non riesco a starne senza.

Dicesi nokiadipendenza.

Msn mi sfianca. Ma al callo dello scrittore aggiungo quello del polpastrello. Shatcallo.

Ho quattro caselle di posta. Una casella job anche se lavoro ma non guadagno dove ci sono tutti i progetti che diventeranno guadagni. Lo sento. Una casella young, a cui si accede solo per invito e che fa tanto figa col giornalista di turno e per le minchiate con gli amici. La casella suomy è ultimo baluardo di un Erasmus in Finlandia e  la casella di Alice per la bolletta telefonica on line puntualmente me la dimentico.

Quindi in ordine casuale ogni giorno accendo cellulare entro in due mailbox e controllo di cambiare il pannolino a Parola di Merincontraria.

Tornando a quello che penso sull’ affollamento della blogsfera, penso che esistono blogger e blogger. Ci sono i caposcuola e ci sono i pacchi.

Esempio di caposcuola: Pulsatilla.

Pulsatilla è come la mela colta dall’albero. Un po’ aspra, ma vera. Generazionale e mai scontata, leggera come una piuma. Si legge bevendola. E si ride, di lei e di noi stessi.

Esempio di pacco: Pornoromantica.

Pornoromantica è come lo zabaglione alle sei del mattino. Stucca. Non basta fare un ossimoro e mettere le foto di due cazzi di gomma. Periodi troooppo lunghi, dritte sul sesso che mangiano le emozioni come Pac Man le palline.

Entrambe hanno pubblicato. Esempi di codici binari che diventano scrittura. Brave.

Ma nel mio sangue di blogaholic se circola qualcosa è la ballata delle prugne secche.

Se proprio dobbiamo parlare di romanticismo allora preferisco essere cinromantica. Pornoromantica no. Decisamente. 

Dedicato a wlemetafore.

   

telec 'Omm

Se le aziende di telecomunicazione sono lo specchio di un paese, allora gli uomini italiani:o se scazzano o ce provano.
Questa teoria scaturisce da un’indagine condotta su due operatori di call center osservati nell’approccio alla cliente donna (io)  a distanza di qualche minuto. I fatti.
Telefono al servizio assistenza di Telecom Italia per sapere come mai i miei computer hanno le mestruazioni lo stesso giorno e non si connettono. Entrambi.
Digito i soliti settantuno codici, ascolto il jingle scassacranio, resto in attesa dieci minuti in compagnia della voce femminile che ha registrato a botta di anfetamine e antidepressivi. Che culo.  
Mi comporto da cliente ideale immolandomi al rituale identificativo che ha come unico obiettivo far guadagnare tempo all’imbecille che scava nel database in cerca di un problema simile al tuo. Attacco la mia pippa: mi chiamo Alda F., ho l’abbonamento flat, no non è intestato a me, si i modem li ho presi alla Telecom, si si  sono attaccati bene, eccetera, bla.
 
Operatore 1: annoiato, sbadiglia mentre parlo, a tratti si spegne mentre lo immagino con le dita nel naso a fare il solitario di carte francesi. Non mi ascolta e non fa che ripetermi attenda un secondo, facendo finta di battere sui tasti. Responso: i modem sono taroccati, per questo non funzionano. Reazione della donna rifiutata. Gli dico che lui lì viene pagato, che me ne sbatto che è domenica e lui ha mangiato pesante, che io il pc lo uso per lavoro e mi serve subito e che preferisco essere trattata come una ritardata a cui spiegare l’abc delle periferiche di connessione e delle usb anziché farmi sentire un peso sociale nonché discriminata perché sono di Napoli. Nessuna risposta. Allora io: Davide  avrai una bella nota negativa espressamente indirizzata al tuo team leader o supervisor o come cavolo si chiamano quelli sopra di te e la tua carriera da oggi è finita.
 
Operatore 2: squillante, divertito, parla in dizione, piacione. Mentre mi chiede le generalità e invia impulsi elettrici al mio modem ( fantascienza?!) ironizza sulla telefonata precedente di cui il collega lo ha già informato ( fantascienza?!). Vuole sapere se le lucine del modem che lui chiama con una parola inglese difficilissima sono rosse, verdi o gialle, se lampeggiano o sono ferme e mi sorridono. Nel bel mezzo del gioco del semaforo che mi stava divertendo così tanto mi chiede anche il numero di telefono, così, se ci dovessero essere eventuali comunicazioni dall’azienda, non si sa mai. Reazione della donna cacata: riaggancio. Dopo avergli ricordato che il numero ce l’ha già. Di casa.
Alda F.  
 

mattacchioni d' amore

Niente fatti personali era la premessa ( cfr. post benvenuto autogeno). Ma questo lo devo proprio scrivere.

E’ venerdì sera, piove. Esco da una vineria mezza alticcia e con trucco al secondo strato, riciclato dalla mattina. Col sennodipoi, l’unica cosa che avrebbe potuto attrarre un uomo era il mio cappello a righe che mi dà un’aria da pittrice francese decaduta. Comunque. Sulla porta mi sento chiamare. Alda, Alda. E’ un ragazzo. Carino. Molto carino. Simpatico. Mettendolo a fuoco con la sola lentina dell’occhio sinistro mi ricordo che ci ha già presentato un’amica nel passato remoto. Forse l’estate scorsa. Facendo un’eccezione alle regole d’oro della ragazza retrò, gli dò il mio numero incoraggiata dal suo portamento tra il metrosexual e il gay. Ma il ragazzo si rivela aggressivo fin dal saluto. Stretta di vita e di maniglia dell’amore a cui segue risoluto sms notturno. Non mi dispiace, anzi, mi addormento felice e contenta in attesa di una telefonata che secondo i miei calcoli sarebbe arrivata domenica. E domenica fu. Sembra una telefonata divertente, sono sul punto di pensare " ci esco, che me frega", che il ragazzo carino e simpatico si scopre motociclista sfegatato. E’ vabbè. Passiamo sul racconto di lui che galvanizza la sua ex alla moto fin quando lei dice " perchè non te ne compri una più potente". E vabbè. Passiamo su lui che mi dà lezioni su come trascorrere la domenica  a scorrazzare nei campi invece di stare davanti al pc. Passiamo sulla domanda " ma tu sei laureata". Ma quando, all’ennesima battuta lui si scompiscia dal ridere e dice:

" Sei proprio una MATTACCHIONA, una tipa PARIATIVA", bè qui proprio non passo. 

(divertirsi uguale pariare in napoletano. Pariativo.. lo interpreto come una sorta di gerundivo, ma si accettano suggerimenti)

Il resto è io che applico le regole d’oro della ragazza retrò non rispondendo agli sms e facendo squillare il telefono a vuoto. Ma al ragazzo bello e simpatico, spintosi oltre il messaggio " la vuoi finire di fare la tipa BIT" ( non era beat?!), che nella storia dei miei corteggiamenti segna il punto di non ritorno, almeno la notorietà di un post.

tvb xkè 6 fantastiko…io&te 3MSC, la tua mattacchiona.

Alda F.