Tagged: tendenze

Sogni Trash

Come dico scaramanticamente alle mie amiche quando si parla di matrimonio  "morirò come Virginia Woolf vergine suicida, ma ho avuto tutto dalla vita, anche il brillocco", ma se quel giorno un giorno davvero arrivasse, potrei presentarmi anche con una treshata del genere. Perchè diciamocelo, sono le more a fare la differenza. Potremmo anche pensare di sostituire le ciliege con dei ciuffetti di lavanda per un effetto porcospino. Giusto per far passare allo sposo l’idea di chiederci di infilare nella romantica borsetta il cellulare o il pacchetto di sigarette. 

Borsetta bouquet

Ecofashion

Considerati gli ultimi trend in fatto di risparmio energetico, filosofie vegetariane e vegane, vivi la natura col tai chi, iniziative pianta un albero

 

dato il consolidarsi di metodi creativi per risparmiare sull’abbigliamento (flea market, charity shop, swapping, termini fighi con cui ci riferiamo allo sporco riciclaggio degli abiti di nostra cugina, il mercato vintage di Ercolano-Napoli o lo sciacallaggio nei bidoni dei vestiti Caritas)

la sottoscritta Merincontraria dichiara

 

di piantare nella scarpa plateau del matrimonio dell’anno scorso un piccolo cactus per un sicuro effetto Carmel Walsh.

La baby-stilista

Oggi inauguriamo ufficialmente lo spazio news del giorno: notizie che lasciano allibita Merin’ tra una lunga pausa creativa e l’altra.

Protagonista dello spazio “Piccole donne invecchiano” è la giovanissima fashion designer Cecilia Cassini (tour su sito altamente consigliato).

Cecilia indossa i tacchi, è autrice di dieci collezioni di abiti da i nomi sognanti: Paris, Provence, Sunshine. Ha un blog, ha una manager e soprattutto posa per i suoi stessi abiti poggiata al pianoforte con smalto bianco latte alle unghie dei piedi.

Peccato che Cecilia Cassini, in procinto di lanciare la sua ultima collezione in California, ha solo dieci anni ed è un prodotto di marketing di qualche mamma italo americana con le labbra a canotto.

E io che avevo demonizzato Suri Cruise. I suoi malefici tacchettini, sono acqua fresca rispetto agli sguardi da femme fatale di Cecilia.
Povere Meg, Jo, Beth ed Amy. Povera Amy e il suo sogno di avere un naso all’insù con una molletta.

Fonte:Leggo.it

O' Mobile

Al salone del mobile vedi tutto, ma proprio tutto, tranne il mobile.

Mangi gelati aggratìs in un bosco artificiale in compagnia di tipi parruccati che vogliono insegnarti la color dance. A te che hai finto una vita di far ballare la tarantella.

Tacco punta, tacco punta, cambio.

Noggrazie, la color dance non la ballo, mi mette l’ansia, prendo però un gelato al mango e le vostre parrucche sono davvero…fighe.

Al salone del mobile bevi birra in bottiglie di vino che si chiamano Audace o Intrigante servita tra lenzuola Marimekko e puff pirotecnici.

Al salone del mobile ti vendono catenine del cesso per bracciali pop e le sorprese delle patatine per anelli cool.

Al salone del mobile bombole ad elio pompano palloni neri e tu fai volare in cielo il tuo palloncino con una frase, una richiesta, un desiderio, cosa che sarebbe molto romantica se al palloncino non fosse attaccato un codice con il tuo indirizzo mail.

Tutto questo perché se il pallone non si schiatta qualche giovine travestito da designer indipendente col ciuffo laterale ti contatterà per esaudire la tua richiesta.

E se io avessi scritto “per le vittime del terremoto”?

Possibile che Berlusconi stanotte ha trovato il mio palloncino ad Arcore e ha pensato di accontentarmi con il G8 all’ Aquila perché risparmiamo 220 milioni?Paura.

Al salone del mobile tutto è gay friendly e il salone del mobile è gay su tutta la linea perché se non sbatti le chiappe non entri nei cocktail free a vedere le sedie di ciniglia.

Al salone del mobile si va essenzialmente per fare fuorisalone e rosicchiare visibilità, perché, come dice saggiamente mia nonna, la verità è che chillo è assaje bello…o’mobile.

Cul' Hunter

Tutti i consigli dalla A alla Z per un’estate devvero cool!

 

A di assorbenti: stanca dei soliti lines con le ali, packaging viola che costano un botto di soldi?

Merincontraria propone per l’estate 2008 i Septona Cotton Care.

I Septona cotton care sono ergonomici, leggeri, verde acido, forniti di drynet system. Imbattibili nella variante ultra plus a soli 48 centesimi al pacco.

I Septona sono assorbenti greci, dunque esotici, estivi, mediterrenai.

Gustali con un pezzo di feta, una spolverata di salsa tzatzichi e una spruzzata di miele baklavas.

Consigliati: a tutte quelle che hanno fatto il liceo classico e/o odiano i salvaperizomi neri nuvenia pocket e/o si vergognano di comprare assorbenti appezzuttati.

 

Elle di Libri: Santa Precaria di Raffaella Ferrè, Stampa alternativa, 12€.

Santa Precaria è il libro perfetto per l’estate: piccolo, maneggevole, copertina trendy verde shocking e da quel poco che ho potuto capire anche ben scritto. Raffaella è una picciotta che ancora crede nel potere della scrittura, si commuove quando si legge, ma soprattutto dispensa in giro corni contro i malocchi e rivela segreti preziosi su come stecchire vicine di casa invidiose a botta di sale grosso.

Consigliato: ai laureati/e in ingegneria che pensano che il precariato sia un nuovo esotismo metropolitano.

 

Vi di vestiti: Merincontraria consiglia un negozio di fiducia gestito da un gay sposato.

Lei l’ha trovato. Il gay sposato si congratula con  il suo stile ma, ribadisce,  che starebbe meglio vestita a femminone mettendo in mostra la sua prorompente scollatura con degli abiti a farfalla multicolor.

I suoi consigli di stile summer 08:

 

Dehry per le romantiche, bon ton, franciofile

Paramita per le eccentriche alternative e spagnoleggianti

Morgan( il sito cercatelo voi) per le aggressive, esasperatamente modaiole.

 

Zeta di zucchine.

Ottime in tutte le salse e consigliate anche agli allergici.

Fitness appeal

Gym fash o gym trash? Ash. Qual è il tuo fitness appeal?
 
Gym fash: vai nella palestra più in del quartiere. Lo sport per te è clorofilla. Il fitness non è scolpire. E’ socializzare.Ti trucchi prima della lezione di step. Hai il borsone della palestra e ti cambi. Perché farsi vedere in giro in tuta è reato. No nano? No cardio. L’ i-pod è il migliore amico della pendenza. Hai i guanti per i pesi e i guanti da fit box. Fai stretching regolarmente e almeno una volta pilates. Tra un crunch e l’altro sorseggi un Energrade a limone e scambi una chiacchiera con Mr Creatina. Col telo arancio intorno al collo. E il cellulare sportivo che tieni appeso al gancio della Red Bull. Dimensione danza ti veste. Freddy ti coccola e Nike Silver ti regala la padronanza. Scendi dalla cyclette con passo felino e una punta di perizoma che spunta. Perché tu, gym fash, non sudi in mezzo alle pacche. Non ti screpola la pelle. A te neppure il vapore del bagno turco ti increspa la frangetta. No electricity. Never. Ash.
 
Gym trash: Fai il turno di mattina con le signore. Con la pinza nei capelli di design nipponico: inutile, sempre una pinza è. L’attrezzo non lo sai regolare e quando digiti il peso ti togli sempre due chili. Indossi la tuta acetata e se piove vai in palestra con le scarpe bagnate. Se vai sulla merda, vai in palestra con la merda sotto le scarpe e te ne accorgi solo alla fine, quando l’istruttrice, a cui il brevetto è uscito dalle Kinder Brioss, dice: afferrate le caviglie. Rossa in volto, ti accorgi della merda. Eri passata sulla tetta che spunta dal reggiseno, sull’ascella pezzata, sulla doppia ricrescita che fa ciao con la mano ad ogni sforbiciata e candela, ma la merda no, è troppo. Con la testa china saluti le tue colleghe con il pantajazz skin danza e il brillantino sul culo. Inforchi la tua bottiglietta d’acqua e sulle note di Easy Lady di Spagna skippi gli addominali di coppia per una dolorosissima cisti ovarica.
 
Gym fash o gym…? Fresh. Ash.   

Vintage

Quest’anno i saldi li faccio a casa mia.
Stasera ho fatto un giro nei grandi magazzini della stanza da letto di mia mamma e dagli scatoloni sepolti in fondo al guardaroba ho racimolato:
  • Basco in feltro nero con stemmino di Bugs Bunny e la scritta What’s up doc che non ho mai capito che cosa significa (Usa, 1995, Warner Bros Stores)
  • Occhiali Givenchy con vetro sfumato verde e montatura in celluloide marrone (Parigi, 1970, amica di scuola di mia mamma)
  • Foulard seta giallo con motivi geometrici verde smeraldo (Asia, data imprecisata, creanza fatta a mia nonna quando lavorava nelle ferrovie dello Stato)
  • Pashmina nera etnica (Negozio più chic che radical della penisola sorrentina, 2006, 50 euro, ex copritette per la cerimonia nuziale)
  •  Guanti color pesca con deliziose perline bianche cucite sul dorso della mano (Zia o madrina della comunione ai tempi della prima comunione).
Mi manca solo un giro nella roba di carnevale giù al garage e sono pronta ad affrontare l’anno nuovo con un guardaroba da schianto, cioè proprio che mi viene un infarto quando mi guardo allo specchio.
Più vintage di così…
E mi raccomando, che la pronuncia sia /véntadg/, alla francese, l’age du vin e non all’inglese /vinteig/.

Si, lo voglio

barbie1_500Peppereppepè. Il matrimonio torna di moda.

Tutti si sposano e sbarbatelli giocano alla dolcecucina con cicciobelli veri. Rigorosamente senza profilattico. Cesareo ed epidurale sono le parole più in voga in questa calda estate e anoressiche col pancione girano in canottiera tra i saldi di Benettòn premaman.

Il mondo è innamorato? Agli spermatozoi l’ardua sentenza.

I bambini sono sempre più belli e sfoggiano lentine colorate dai zero anni in su. Da Disney store un paio di mini occhiali a forma di zanzara tigre costano anche ottoeuro. Però le Crocks per i piccoli scaldano davvero il cuore delle mamme. I padri non si vedono, sono un optional deluxe.

Ma si parlava di matrimoni. Nasce un nuovo lavoro: il wedding planner.

Il wedding planner è addestrato per condividere lo stress da bomboniera e l’ansia da centrotavola con la suocera in menopausa. Che tali centrotavola siano penecentrici, ortofrutticoli,  floreali o astroboscopici restano comunque i più favolosi. Tanto da fare ooooooh. Scatenano la cleptomania delle zie vedove, felici di compensare la quota versata nellalista con la serra di Barbie nuova di zecca.

Chi non può permettersi il w. planner si accontenta della foto color seppia esposta nella vetrina del paese. Il bianco e nero fa miracoli. Trasforma le spose nella Bardot e nella Loren a seconda che il set sia un’auto d’epoca o una spiaggia con divieto di balneazione.

I più temerari si sottopongono anche al sevizio fotografica prematrimoniale. Sottordine di fotoreporter e cameraman le coppie si stringono la mano, infrangono le onde e si buttano a mare con tutti i panni. Lei avrà rigorosamente una t shirt bianca che si attaccherà ai capezzoli per un sicuro effetto Ferilli. Lui, un tattoo tribale che casualmente fuoriesce dal pinocchietto.

Il resto è opera di questi registi dei poveri che con la colonna sonora di Raf e un montaggio con Pinnacle faranno sentire gli sposi in un film. Un film che finisce con la sposa  grassa e lo sposo che si fa l’amante ucraina.

Vuoi tu…?Si, lo voglio.