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Daverio e l’Italia Unita: non c’è nulla da festeggiare in questo paese decadente

Philippe DaverioFonte: Dn News Milano

D: C’è  poco da festeggiare?

R: Tracciando le linee di questi ultimi 150 anni non posso che vedere che una situazione drammatica, rappresentata nell’arte con il passaggio dal “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo al dito medio di Cattelan. Il primo era un capolavoro assoluto, acquistato dal comune di Milano come il dito. Ma il passaggio tra i due è come il passaggio da Cavour a Berlusconi, una decadenza lenta e inarrestabile. Non parlo di merito artistico, è un dato oggettivo.

D: Come vede le celebrazioni?

R: Al momento vedo solo un’impostazione patriottica, tanti tricolori, tra poco si chiederà il ritorno dei Savoia!

D: Prima era meglio?

Basti pensare a come sono stati festeggiati i precedenti anniversari. Nel 1911 sono stati costruiti l’ Altare della Patria e il Ponte Vittoria. Prima si facevano i ponti sui fiumi, oggi al massimo si fanno i ponti sui week end. Quest’anniversario è un evento storico e non si può prescindere dall’ analisi storica. Farla vuol dire rendersi conto di come sia precipitato in basso questo paese.

(Da Merincontraria e dai tetti piovosi di Milano è tutto. A presto con post meno apocalittici anche se vorrei dire al mio caro Daverio che con Emanuele Filiberto a Sanremo i Savoia sono tornati. Da mò.)