The Reader

Uno, due tre, cento schiaffi prima di andare a dormire.
Bangt Bungt.
E stasera non ce la facevo a pigliarmeli.
Io ero andata a cinema solo per vedere Toni Servillo.
E invece la gente si mangia le patatine sulla tragedia e sull’arte.
Si mangiano le patatine sui sottotitoli al nostro dialetto.
Sui muccusi che guidano i camion.
Sulle scene dello smaltimento dei rifiuti inserite a posteriori.
Sugli amori che non hanno tempo di amarsi.
Sulle lampade che illuminano gli spari.
Sul gruppo animale e su quel senso di insicurezza che ti dà l’adrenalina.
E la voce rauca.
Pur’io ce l’ho per l’ansia di vivere.
Nessuno spiraglio per quelli di Gomorra.
Un cesto di mele in un campo di grano.
Roberto che si allontana.
Chissà Roberto vero, Saviano, dove sta.
Vorrei dirgli: bravo robbè hai fatto una cosa epocale.
Ma gliel’ha già detto Enzo Biagi e basta e avanza.
Allora vorrei dire a Garrone: vai a girare un documentario su quella gente di merda dei tuoi spettatori che sul film per cui hai buttato il sangue, ride e si magna le Chipster.