A' Crisi

CAKDEP5KCAGB8YUOCA7DGIRRCAOB2DJ7CAB5H28MCAHZ55XICADASNH5CAX4MU1RCA61MYVVCAO3HN1RCAS41VSUCAESOPWICASM8TW9CAG3GMMHCAVB0VVHCAZCK8TRCAGA9F6ECACE9HDMCAWWXCLRQuella d’astinenza l’ho imparata a dodici anni. Quando mio padre lavorava in comunità e vedevo i tossici contorcersi nel letto, tra le lenzuola sudate e dolori nelle viscere. Allora avevo le unghie spesso sporche. Uno di loro mi disse che non si confaceva a una signorina perbene andare in giro con le unghie nere. (Mi torna in mente ogni volta che non faccio la manicure).

Ma che c’hanno quelli là? Stanno a rota. Mi dissero.

Come se quest’unica risposta bastasse a spiegarla. Ma se ci ripenso col senno di poi, io capii. Capì che questa parola circolare e inglobante aveva a che fare con i buchi neri dell’anima e non delle braccia (si, da noi al Sud si portava ancora l’eroina per quelli che volevano essere tossici senza denti e non tutti fatti a cocaina con la giacca e la cravatta, o peggio, con le All star a sessant’anni come il mio ex capo).

Quella di governo me la sono fatta tutta addosso, insieme a tanti giovani dalle belle speranze, laureati, menzionati, blasonati, masterizzati ed emigrati. Non nel senso che mi ha fatto paura, ma in quello più lato di “passarsi una cosa addosso” come “non ti asciugare il sudore addosso che cadi malato”.

Non ve l’ha mai detto vostra nonna?

 La mia sempre, facendomi sciacquare i polsi sotto l’acqua fredda ogni volta che giocavo a nascondino con le amichette del palazzo e tornavo tutta accaldata. Quella di governo è subdola, cresce silenziosa come i bozzoli che si vedono sui tronchi degli alberi. Ti rende pesante, come quando mangi troppo formaggio o troppi funghi o troppe uova a e quando vai in bagno devono chiamare i vigili a spegnere lieviti e fuochi fatui. Non mina ai sogni, ma li rende complessi, tormentati, sfuocati, confusi, sospesi tra la voglia di indipendenza economica e l’impulso di non farselo infilare nel culo ogni volta che strisci il badge. Il mio coinquilino dall’alto dei suoi venticinque anni e l’impossibilità di fare uno stage (perché è trascorso più di un anno dalla laurea, attenzione!) mi ha detto sardonico:

l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.

Dal basso della mia pesantezza, che ti tira atterra e ti impedisce di vedere le cose “alte”, non avevo riflettuto sull’articolo uno delle nostra costituzione. E allora sapete che vi dico? La nostra italietta provinciale e modiaiola se la merita proprio. E io, lasciandomi alle spalle un passato di doverismi e stacanovismi, non vedo l’ora di uscire dal mio ufficio col culo pieno di emorroidi e starmene lì a contemplarla, col mio bel sussidio di disoccupazione e un ghigno pirandelliano, A’ Crisi, inghiottendo un pinnolo e’ manc’ pa  cap* sciolto nell’acqua minerale.

* pillola del menefreghismo, intraducibile.

 

3 comments

  1. merincontraria

    Ho letto il blog dal cell e nn mi fa commentare 🙁 Bello e preciso, ma qll che mi colpisce d + è che pensavo qlcs d molto simile in qst gg! Xoxo Ross
    Sent from Libero Mobile

    Ross…ormai scrivo solo per te e la cosa mi diverte non poco!!!Finchè ci sarai tu Merincontraria non chiude!:-)

  2. bambina prodigio

    Oh, guarda che ti si continua a leggere anche da qui…ma tu ultimamente latitavi un po’… 😉 sarà sta crisi!!!!

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