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Tinto de verano

E’ il sapore di quest’estate lunga lunga. Che secondo me non mi dimenticherò mai perché ho fatto come la farfalla e la crisalide. Sono uscita dal bozzolo e ho preso il colore in faccia e col megafono lo urlerei ai quattro venti. Vento d’estate. E che bella cosa il vento di città tra le case arroccate e il vento di mare, da sorseggiare su uno scoglio al tramonto. Il vento col profumo di Chanel. Salsedine, limoni, olivi, rosmarino, fico e pesce spada.

Mediterraneo.

Che bel profumo che hai! E’ per mangiarti meglio.

Cascate di basilico sugli spaghetti al pomodoro. Succo di limone sulle fette di anguria. Citrosodina nell’ acqua della Madonna. E mio fratello, che toglie quel  fastidioso semino dall’anima.

E se ne va.

A mare ci buttiamo come gli zingari. Con la borsa frigorifero. E ci facciamo le giornate adrenaliniche di sole e chiacchiere incandescenti sulle pietre che sudano davanti al porto di legno e le casette di cento anni fa.

Marcello se ne va e Vittorio torna. Come Castore e Polluce, non si incontrano mai. Ma ci sono io a raccontare all’uno dell’altro e all’altro dell’uno.

Poi c’è una forza bruta in questo tinto de verano. Una forza che ti piglia e ti spinge  sotto le stelle. Uno spettacolo. Dieci anni indietro. Il liceo. La maglia nera con la scritta staff e tante sere d’estate a lavorare in mezzo a fonici e teatranti. Mettere e togliere sedie. E sempre un sorriso per la gente.  Tu non sai se seguire la storia o distrarti col cielo, le lucine degli aerei, i golfini a righe sulle pelli abbronzate, quel prof. che è volato via in quel vento e in quel profumo.

E in un napoletano arcaico e immaginifico ti perdi. Una scrittura con la forza di una lupa azzanna le corde dell’anima che scivola poi su quattro risate in terrazza. E un cin cin per i nuovi amori.

Com’è corposo questo tinto de verano. Da bere alla goccia come un’antica libertà ritrovata.

E anche se non così acerba e ribelle, mi sento di nuovo marina, como si mi sentia agua.

Sono passati cinque anni. Il vento vola e il tempo si disseta.