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Adatto non è "in"

inadatto al voloInadatta mi sono sempre sentita. Ma forse inadatto non è la parola giusta. Forse dis– adatto rende più l’idea, ma al volo non ci avevo pensato. Forse perché nasco sotto il segno del toro e ho il piede pesante, lo dice anche lo zuppariello, il mio calzolaio ferramenta, quando mi cambia i tacchetti consumati.
L’unico volo che conosco è il Fabio della televisione, il volo pindarico di quando parlo, il volo dell’angelo che mi fa sempre pensare alla bustina verde del Pan degli Angeli e Inadatti al volo, l’antologia di racconti in cui sono incappata nonsisaccome insieme ad altri trentatrè dis- adattati (tutti blogger, coincidenza?).
Stavolta non c’entro. Ha fatto tutto Parola di Merincontraria, che vive di vita propria tramando alle mie spalle mentre io distrattamente mangio, dormo, esco, piscio e provo a fare tutte quelle cose che si fanno nella vita reale sperando di scriverle al più presto nel blog. Chesta vit’è na caten… Qualche volta fa un po’ male. E pensare che lo schifo pure a Pino Daniele. 
Cià, sono giadim, vuoi partecipare? Ovvio. Il tema è la malattia. Strano. La casa editrice è Giulio Perrone. Boh? La chiave è l’ironia. Bene. E mò sto a pagina 47, incastrata tra un disadattato e l’altro, stampata su carta bianca con “Brioche e giuggiole all’alba” anche se le giuggiole non le ho mai provate e quando ha sentito la parola brioche mia mamma credeva che avessi scritto un racconto erotico sulla fica.
E ci sarà pure la fiera del libro a Roma e sarà pure una furbata natalizia dare una parte del ricavato di copertina in beneficenza e avremo anche un banner con errori grammaticali, ma nessuno mi aveva mai scelta per essere inadatta.
Sei inadatto? Allora vai bene. Adatto non è più "in".
Inadatto è la foto che ti scattano mentre stai distratto, la moka che scoppia, il temporale estivo, la calza smagliata prima di uscire, la sveglia del cellulare che suona col silenzioso. E poi cose più gravi.
Al volo non ci avevo mai pensato.
Al massimo volteggio tra i pieni e vuoti della blogsfera, come i palloncini ad elio che si perdono tra le nuvole.
 
(15 euro, 200 e rotte pagine, distillato di puro disadattamento. Ovvio che tutta sta manfrina patetica nascondeva un becero scopo pubblicitario che mi sarei volentieri sparagnata. Compratelo per la beneficenza. Mica per me.)
 
Parola di Mer-inadatta

Bella e d'annata

9788860521033gSi chiamerà Bella e d’annata – ma il suo nome di battesimo è Januaria Piromallo-, la nuova Barbie per le signorine “anta” cresciute nei tempi moderni.
L’epoca della pornololita Skipper e della casa di campagna (simbolo del way of life Mulino Bianco) è tramontata con la permanente di Ambra Angiolini. C’è bisogno di una nuova bambola con le tette generose e qualche rughetta d’espressione che faccia da testimonial alle ragazze cresciute.
Barbie d’annata indosserà un vestito al ginocchio color prugna da cui spuntano leggins ricamati in pandan. Le scarpe saranno in vernice a punta tonda come detta il must autunno-inverno. Simbolo della vera donna e scrigni di un bon ton tardoromantico, il segreto delle belle e d’annata sono i tacchi cento e le collane di pietre dure sbrilluccicose, accessori di seduzione irrinunciabili. Sulla lunga chioma di barbie che tutte, da bambine, ci siamo divertite a tagliuzzare generando creste punk e zelle asimmetriche, avremo un cappellino con la visiera in tweed, simbolo dell’ironia con cui si guarda al tempo che passa. Single o maritata, scoppiata o nubile, col botox o con la cremavenus, ma sempre e comunque d’annata, si tratterà di una bambola parlante con accento francese che su richiesta reciterà anche un estratto del rosso e il nero di Stendhal improvvisando una danza dell’omonima sindrome.
Acerrime nemiche delle velone alla  Lecciso (d’annate perchè brutte e stupide), le Barbie d’ annata saranno vendute nella consueta confezione di cartone rosa shocking. Magia del marketing, in accompagnamento alla Barbie e alle sue amiche con i capelli rossi o con la carnagione marron glacè, ci sarà al posto della lingerie sexy e delle crucce traforate, un corso di sopravvivenza vero per ragazze socialmente scorrette (mamme, zie , nonne, ragazze previdenti non ancora “anta”) scritto da un’autrice altissima bellissima antissima. Un libro per chi pensa che la bellezza è come il provolone del Monaco. Con gli anni può solo migliorare.
Nell’attesa che passino questi quindici anni di miglioramento, comunico alla Mattel la mia idea geniale partorita insiema alla mia socia in una capanna di libri e un sottofondo jazz mentre fuori piove.
                                                                          

Furbaricco

Alessandro Baricco, sguardo sornione e ricciolo brizzolato, è la prostituta della letteratura contemporanea. Una maitresse d’alto borgo per i fan, una puttanella furba per i critici. Ma sempre una prostituta. Di quelle che il mestiere loro lo sanno fare così bene che ti verrebbe di fare la prostituta anche a te.

E allora, sull’onda del "voglio essere una puttanella anch’io", me ne vado alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri per la presentazione dei Barbari. Entro e chiedo alla prima di faccia di bravo ragazzo che trovo " Dov’è Baricco". Faccia pulita risponde: "Lì!", indicandomi lo stand con la pila dei libri verde acqua e la scritta " I Barbari, l’ultimo successo di Alessandro Baricco". Ringrazio bravo ragazzo della sua purezza/ignoranza e mi faccio ressa tra i veri aguzzini che sgomitano per la Pozzi della letteratura davanti a un figo che fa da security. Guardo il figo dritto negli occhi, mostro con prepotenza la tessera stampa senza neanche sfilarla dal portafoglio e plof sono dentro alla stanza a luci rosse.

Eccolo lo scrittore attore presentatore editore direttore di scuola di scrittura creativa. Il mago dei superpocket, il genio del . scritto Punto e delle E a fine frase, il grande seduttore della parola. Colui che da 100 pagine tira un film di 3 ore su un uomo che porta il nome di un secolo. E dopo Novecento, Seta, il film. Il libro a 16 anni mi fece impazzire e pensare di andare alla Holden a Torino. Ma quando poi ho letto

La Scuola Holden è una scuola privata. Dunque, costa.(www.scuolaholden.it)

senza tuttavia capire quanto, ho cambiato idea. E quando poi ho saputo che il cumpagnello a tutto di Alessandro Baricco è un tale che si chiama Massimo Procacci e che la piccola casa editrice che hanno fondato è la Fandango Libri allora Baricco mi si è fermato sulla bocca dello stomaco, insieme al panino dell’autogrill con i gamberetti che si chiama " Oceano Mare".

Poi su Repubblica leggiucchio stralci dei Barbari, non faccio neanche in tempo a dire "ah bello, Baricco ha rispolverato il feuilletton, riportando in voga il romanzo a puntate" che esce il libro su cui l’autore scrive " Il romanzo a puntate non mi attira per niente. Per cui sarà un saggio, nel senso letterale del termine, cioè un tentativo: di pensare scrivendo".

Il romanzo non ti attira, ma i soldi si, eh? Eh, già, mò i saggi sono "tentativi" in senso letterale, si scrivono a puntate in 5 mesi, con la spada di damocle di Repubblica sulla testa e poi si fa un  copy and paste più copertina cartonata ed ecco qui il libro?  

Caro  Baricco, tu mi dirai che la precarietà e la velocità sono caratteristiche della "mutazione", del lavoro barbarico, ma mia nonna ti avrebbe detto che à canzon a saje long’ tu..

E mentre tento si spiegare tutto questo alle mie amiche, e coltivarmi una ragazza con digitale per le foto per il magazine, nella ressa per gli autografi, mi cade un assorbente dalla borsa. The end.

Con tutto il rispetto per le prostitute e l’ammirazione per Moana Pozzi.

Alda F.