Come saltano i pesci

Unirsi al branco o saltare fuori dalla rete? L’importante è vivere

Matteo (Simone Riccioni) è un bel ragazzo che vive in una famiglia quasi perfetta. Occhi a mandorla, fisico nervoso e una cascata di riccioli neri per cui la postina del paese Francesca (Sarah Maestri), farebbe carte false. Ma Matteo, non se ne cura. La sua è l’ingenuità del bello inconsapevole. Ha una vita piena: si barcamena tra l’officina ereditata da papà Italo (Giorgio Colangeli) e le commissioni in furgoncino con Giulia (Maria Paola Rosini), la sorella minore con sindrome di down, che, terrorizzata dal distacco, boicotta in tutti i modi la sua partenza per Maranello e il sogno di diventare meccanico della Ferrari.

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Angela (Marianna Di Martino) ha talento per il disegno, un’anima romantica corazzata dietro un look ribelle, una magrezza eccessiva e la voce graffiata. Dorme in un garage, è senza quattrini e frequenta tutti i rave del marchigiano. Sempre in fuga e alla ricerca di nuove emozioni, è la pecora nera di una famiglia imperfetta.

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Sandro (Biagio Izzo) è un giocatore d’azzardo. Le carte sono il suo unico mondo. E’ un battitore libero, uno che in famiglia ci è finito per sbaglio. E’ al bar che torna dopo essere stato pestato a causa di chissà quale debito e, chiuso in uno stanzino senza segnale, non fa in tempo neppure ad accorgersi che la moglie è morta e il figlio Luca (Brenno Placido), sta tornando dopo molti anni per mare.

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La morte della moglie di Sandro scuote irrimediabilmente le vite di tutti i personaggi. Matteo scopre da una telefonata improvvisa che Mariella (Maria Amelia Monti) non è la sua madre naturale e decide di intraprendere un viaggio verso la verità del suo passato.

Matteo non sa dell’esistenza di Luca. Luca invece, ha sempre saputo di Matteo e ha trascorso l’infanzia all’ombra del ricordo del fratello. L’ottimismo del primo e il doloroso cinismo dell’altro dovranno fare i conti con questa nuova situazione.

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Le tensioni di un passato ricco di segreti, tradimenti e gelosie, non sembrano sopirsi. Tra gli adulti va peggio che tra i ragazzi: il funerale finisce addirittura “a mazzate” tra i due papà Italo e Sandro. Solo lo spavento causato dalla scomparsa della piccola Giulia, muove questo caotico (ma molto simpatico) agglomerato di persone verso un obiettivo comune: nella ricerca della ragazzina ognuno sembra ritrovare il bandolo della propria identità perduta. Angela, che imbambola ora Matteo, ora Luca, spandendo ferormoni e fluido seduttivo, distrae da un finale troppo denso di colpi di scena e intrecci. Ma né la liason amorosa né il possibile triangolo tra Angela e i due fratelli sono il focus del regista Alessandro Valori.

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Ciò che conta è il salto finale, la corsa liberatoria verso il mare,  è come reagiamo agli imprevisti e alle sbavature della vita. Come ci rialziamo. Come ci rimescoliamo.

Come saltano i pesci è un bel mosaico di strategie di sopravvivenza: come i pesci nel mare, c’è chi si unisce al branco e chi prova a saltare fuori dalle reti. L’importante è restare sempre a galla ed imparare ogni volta a vivere.

Consigliato a: chi cerca un film leggero e garbato, italianissimo e moderno, con molti spunti di riflessione su temi non banali; ai voyeur della fiction di casa nostra che troveranno il casting molto interessante.

Dal 30 marzo al cinema

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