mao mao
Che non è il nick di Mao Tse-Tung.
Arrivano. Con l’estate. Come sciami di api impazzite.
Hanno gli occhi vispi e aggressivi di chi si deve sempre difendere.
Masticano chewing gum facendo le bollicine dentro la bocca.
Portano fermagli nei capelli, calzini nelle scarpe da tennis, tatuaggi sul dorso della mano.
Puzzano di olio johnson e sudore ma sono sempre alla moda.
Cinese, coreana, indiana, di San Giuseppe Vesuviano.
Si svegliano all’alba per venire a mare in Costiera.
Una volta sulle spalle portavano i bonghi e le radio.
Adesso ascoltano i cellulari muovendo solo la testa.E ballano.
Bassi, sulle ginocchia, ondeggianti, come si porta adesso.
Si siedono nell’androne del treno buttandosi sugli zaini stracolmi.Quegli stessi che fino a qualche giorno fa usavano per andare a scuola.
Si baciano rumorosamente come se il mondo fosse quel brillantino che portano all’orecchio. Un accessorio.
Urlano.Come se dovessero spaccare il mondo, con le voci afone e la pelle macchiata dal troppo sole.
Per mettere i piedi sul sediolino dispongono prima il giornale: accussi o’ cuntrullore nun me po dicere niente.Ridono. E rido pur’io. E’ un’idea geniale.
Si svegliano e vengono a cercare l’acqua pulita, le spiagge pulite e i capelli che si arricciano al vento.
Vengono perché dove abitano il bagno non si può fare.
E se non ti fai nir’ nir al sud non puoi campare. Parola di Merincontraria.
Sono sfingi con i lineamenti da lince e i fianchi grondanti dai pantaloni a vita bassa.
Sono i mao mao e mente scrivo esultano inseguendo un goal sotto il cielo di un’estate italiana…
Io taccio: donna metà sicula e metà napoligna eppure bianca come un biancorì (laddove la colata di lentiggini sostituisce i cereali!).
rossellarù
napoletana doc, eppure talmente pallida da farmi invidiare dalle eroine di tim burton…
lo sai meriincì che io il treno lo prendevo sempre assieme a quelli che descrivi tu? e mi mettevo scuorno di incontrare in spiaggia il mao mao del mio quartiere, che facevo finta di non riconoscere…
ross
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH
Saranno gli inconvenienti di chi abita nei gioiellini della costiera:) Comunque, “i fianchi grondanti”. Non si poteva rendere meglio con le parole.
Da un amante delle forme burrose.
Saluti
come è bello passare da te, mentre ti leggevo me li vedevo scorrere davanti a me questi mao mao e ho sentito tutto dall’odore di olio johnson al rumore dei baci.
l’anonimo di prima sono io
dopo il concerto dei radiohead la storia del telefonino la ripeto io. spesso.
http://www.myspace.com/gerrymalanga
alda, parlo a nome di tutti i tuoi lettori (credo!): vogliamo un nuovo post!!!
ross
…dalla postazione di un’ape impazzita senza sciame, mi pare di girare a vuoto e anche il pungiglione non e’ piu’ quello di una volta, ma in quanto a buon olfatto per i petali migliori, sono ancora bravino, quindi volevo ricordarti che sulla mia scrivania, sepolto in mille post-it gialli c’e’ un appunto che ogni tanto riesumo. “chiama mari. che nei suoi viaggi al contrario si e’ certamente dimenticata di aggiornarti sullo stato del suo incompiuto”. quindi vedi che ogni tanto faccio ordine anche io.
sono delle tamarrone, in parole povere!