La Carla
Quando una rosa vale più del Pinguino
La Carla ha settant’anni, è la mia padrona di casa e ogni tanto mi riceve in kimono.
E’ stata la prima traduttrice italiana di non so quale scrittrice inglese, cosa di cui va molto fiera e che mi ripete ogni volta che vado a pagare l’affitto.
Ma le interazioni tra me e La Carla, per quanto rade, non si esauriscono in un assegno mensile.
La Carla mi scrive. E abita nella scala affianco.
Mi scrive lettere e sms per dirmi che non è in casa. “Siamo+ al+ mare+saluti+carla.” La Carla ha un problema la funzione spazio del cellulare, nonostante in una session d’affitto le abbia mostrato più e più volte che non deve premere + ma 0. Nulla da fare. E’ troppo presa dalle sue piante, dalla collezione di cavallucci a dondolo, dal decoupage, dalle canzoni di John Lennon che lei ciclicamente stampa e attacca sulla porta d’ingresso, lato esterno, che tutti possano vedere.
E soprattutto, è troppo presa a raccontarmi dell’ansia e agliagliai, quanto fa male la ferita in petto, non guarisce, i medici sono stati bravi, ma con questo lungo inverno a Milano, poi, figuriamoci.
La Carla mi regala. Regali sul pianerottolo, che trovo così, all’improvviso, come l’arcobaleno dopo la pioggia, come una strana sostanza di cui l’emigrante ha ricordo e che dovrebbe chiamarsi qualcosa come calore umano.
Regali alla Carla, per intenderci. Candele e fiammiferi se manca la luce, servizi di piatti spaiati, presine fiorate e un memorabile maglione xxl con cuori scozzesi, perle e papere che ha dato il via ad un lungo e tacito scambio reciproco di regali riciclati.
La Carla lascia davanti alla mia porta le rose d’inverno e le mimose a primavera, anzi il 15 marzo e sul biglietto rilancia “ Cara A. un po’ in ritardo dopo l’8 marzo!! Auguri!! Ciao Carla”,
La Carla mi accompagna sempre all’ascensore e sembra che mi vuole bene, ma se le chiedo di comprarmi il condizionatore perché sul tetto d’estate ci sono 50 gradi, la Carla nicchia.
“Non trovi che Immagine sia la canzone più bella del mondo? Io sono atea, ma a Lennon ci credo”.