Arrivederci Irlanda

Non andare via.

Ti vedo scivolare sull’erba fluorescente e nell’acqua scura dell’Half Penny Bridge.

Ti spio da una tendina di merletto di un’isola incontaminata.

Mi chiedo come fai ad essere così profondamente gloomy e colorata.

Così lontana e così…casa. All the seasons in one day, no?

L’ atlantico scalpita e io divento crema densa e fiore di campo.

Bevo Guinness corretta al blackcurrant e datemi un’altra stout please. Che porta la rota, please.

Ma come si tradurrà smoothy… E come si spiega un viaggio?

Next please, two euros e storie inventate in una bella casa di Temple Bar.

I pub si va. Ma ci interessa solo ridere nei letti matrimoniali.

Ci siamo solo noi, siamo noi the dubliners nel retro di una chiesa anglicana, nell’autobus di Paddyboy che ci chiama col microfono, in  Wilde recitato da due attori per strada.

La Loney Planet scandisce i tramonti e gli addii . A Dublino si sogna il Donegal, a Galway rimpiango Dublino. Alle Aran mi fermo. Affondo nella coperta che profuma di vecchio. Vecchio di una messa in gaelico, vecchio che tutti  salutano, vecchio di un solo pub, un violino e trecento abitanti. Un vecchio che cercavo in un’estate che sembra autunno e poi nel bacon fritto della signora Mulkerrin  compare il panino col salame di mia nonna e quell’ odore di borotalco. Un vecchio so lovely.

Cogliendo le more e le viole del pensiero siamo quelle di cime tempestose e vorremmo cestini e cappelli di paglia.

E quando si parla inglese si calca l’accento italiano. Per far innamorare. Perché essere amati è una bella sensazione anche all’estero.

Sepolta dai tabloid ogni tanto mi ritiro in ascetica masturbazione. Dura poco.

A Belfast c’è  ancora aria di Troubles e mentre il tassista tatuato ci scatta la foto sotto il murales mi vengono i brividi. Quis separabit? Mistero delle religioni.

Poi ci si arrampica, si stacca la spina e non si sente più musica.

Solo il rumore assordante di casa.

 

 

 

 

13 comments

  1. merincontraria

    Eh eh..Anche io avrei voluto che ci fossi! Ma forse tu, abituata all’ebbrezza della swinging London, manco l’avresti notato tutto questo…

  2. anonimo

    alduzza mia, tesoro mai perso ma purtroppo allontanato (anche se l’emigrante sono io, in realtà), non vedo l’ora di sentirti parlare delle tue vacanze e raccontarti delle mie nella terra di Finlandia…

    sono a napoli l’11 ottobre, giov, causa matrimonio della cugina, possiamo condividere 1 te pirkka, se ti va…

    con “incommensurabile affetto”,

    ross

  3. marcol62

    …e sarà ancora tante volte Irlanda, e tanti altri paesi , tutti a lasciare musica e poesia nella nostra anima di cittadini del mondo…

  4. francescobis

    …mi sono innamorato della tua scrittura. Che magnifica che è.Così fotografica così sorprendentemente ed elegantemente ricca di dialettismi e di ibridismi linguistici:”un’altra stout please. Che porta la rota pleace”. Grande semplicemente grande .Tu diventerai una super scrittrice, perchè già lo sei e la tua irlanda è così glamour che la mia Londra estiva impallidisce tra un lazy sunday afternoon e silenzi di ortensie e peonie di Chelsea. Ad Hide Parck ho desiderato i mie vent’anni ad un concerto degli Starsailor tra nudità adolescenziali e rock acustico perchè non mi sorprende più nulla che non abbia già la risonanza di qualcos’altro e tra odore acre di could have our fish and chips or Fish and Chips Lynn Marriage ho pensato che il code è sempre un gran bel pesce carnoso e bianco e noi lo sappiamo cucinare sol col limone. Aveva ragione Burroughs un code ben fritto è come un Naked lunch …bah chissà se è vero.

    In primavera mi regalerò Dublino, ma tu fammi leggere un grande libro pleace è così bella la tua scrittura.

    Franco Cuomo

    http://interfaceworld.splinder.com

  5. merincontraria

    @ombrettina e vulcanoclaudia: ho comprato una guinnes in barattolo in Italia e mi sono fatta pena. Beviamoci una bella bottiglia di vino rosso alla faccia dell’aristage.

    @marco bis: si sarà sarà, saranno viaggi e menomale!

    @gattosolitario: il tuo commento mi dà sempre un senso di familiarità virtuale…e si, vacci in Irlanda, ma fatto un bel gruzzoletto prima o sarai costretto a fare la spola tra la Lidl e Mc Dounagh!

    @francesco bis ex cronache da agartha: il tuo commento mi lascia senza fiato. Grazie.

  6. anonimo

    Ti ho sbirciata un po’ dopo averti intravista sul lago delle anatre di Jane.

    E la tua Irlanda pare essere un po’ come la mia. Quella che non ha bisogno di parole. Che non vuole essere descritta, che vuole rimanere dentro a sedimentare, seminale, urlante e silenziosa. Per cui mi fermo qui.

  7. merincontraria

    @cronache: eccoti accontenato, non solo sei tra i miei link come cronache da agartha, ma ho messo anche l’indirizzo buono e giusto e nell’ultimo post ho anche messo il collegamento al tuo blog. contento?

    @utente anonimo: non sei più tanto anonimo, sei colui che ha inviato il mitico sms a jane. Lo sai che lei ora è convinta che ci dobbiamo fidnazare e ci deve far incontrare casualmente a cava? Fatto il gossip, mi fa piacere che passando da me ti fermi proprio in Irlanda…Non avresti potuto trovare terra più verde.

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