La notte dell'umido

Festa, festa. Festa. Uh- uh.
La notte dell’umido per noi è sempre festa.
La notte dell’umido è il giovedì notte, uh-uh.
La notte dell’umido è una festa giovane. E l’unica notte in cui io, Ellis e Ciccillo possiamo mangiare, latrare, guaire e abbiamo la forza di fare l’amore.
L’appuntamento è sulla scalinata della spiaggia, davanti all’ospedale vecchio.
Ellis è sempre la prima ad arrivare e inganna l’attesa scavando nei cespugli di parietaria o mostrando i canini ingialliti al pescatore Cosè che dopo averci rimesso più volte pelle e maglietta ormai non ha più paura.
 
Nessuno ha paura perché ci si abitua a tutto.
 
Ciccillo mi anticipa chè vuole annusare da solo il didietro di Ellis e vedere com’è predisposta. Ma io la conosco Ellis: la notte dell’umido raramente si nega perché l’aria è troppo frizzante e lo stomaco vuoto e dopo mangiato possiamo approfittare dei suoi capogiri e dell’ euforia generale per giocare al gioco degli innamorati.
Prima di iniziare il giro dell’umido facciamo un salto dalle galline della signora Margi che il giovedì si appallottolano tremolanti l’una sull’altra in attesa della nostra incursione.
Povere gallinelle, uh-uh, qualcuna morirà di infarto.
 
Prima o poi.
 
Villetta, piazza, Forno Asteroidi, case, portoni, palazzi, il giovedì notte è tutto un campo di umido. Palloncini trasparenti e mollicci. Soffici sacchetti di natura biodegradabile.
Che bontà, che profumo la carta verde dell’umido.
Carne, lische di pesce, scorze d’arancia, torsi di mela, vongole insabbiate, gusci d’uovo e glielo dico sempre a Ciccillo stare attento ai fazzoletti di carta che se no si affoga e dopo a Ellis chi la sente.
Ma Ciccillo è ghiotto e quando trova i lupini, inizia a spolparli con una tale ingordigia che il mondo intorno non ha più senso. Non esiste.
 
Tutto si perde nel silenzio della notte.
 
Io sono ordinato, non ci posso fare niente. Ho questa mania di non squarciare il sacchetto con le zampe ma di praticare un forellino con i denti e prendere solo quello che mi interessa.
Dicono che sono un signore. Per questo mi chiamano Milord.
 
Nessuno conosce il mio vero nome.
 
Da quando hanno tolto i cassonetti per l’immondizia mangiamo come si deve una, massimo due volte alla settimana, ma la scelta è più ampia e il cibo più selezionato per cui, non mi lamento.
Ai tempi del cassonetto potevi confondere lo Svelto col succo di frutta e finiva che vomitavi e scagazzavi tutte le strade del paese e le case di quelli che ci finivano con le scarpe dentro.
 
Dentro la cacca.
 
Dopo mangiato io, Ellis e Ciccillo diamo di matto urlando e rotolandoci sull’asfalto.
All’altezza di Corso Seroli incontriamo spesso Friz e Laica e qualche volta anche Maradona e Gionni. In branco ricominciamo a mangiare, guaire, latrare e fare l’amore.
 
Secchi d’acqua gelata cadono sull’animo pieno.
 
Cantiamo a squarciagola fino alle prime luci dell’alba. Poi ci disperdiamo per non farci trovare  da quelli della raccolta.
Io ritorno al mio ponte, Ellis alla scalinata e Ciccillo si ferma a guardare il mare.
E’ solo una scusa per cercare i lupini.
Io mi avvio avanti e faccio finta di non vederlo, ma ho un po’ freddo e mi viene una malinconia che quasi mi girare e dire Ciccillo sei come un fratello.
Poi però inizio a contare. Uno, due, tre…
Solo sei notti all’umido.
E festa sia. Uh-uh.
 

7 comments

  1. anonimo

    condivido sul non è il tuo solito scrivere, ma lo trovo bellissimo, forse proprio per questo… Diverso, perchè bisogna sperimentarsi, asciutto, secco, ma sazio, ordinato, soddisfatto, come Milord!

    B.P.

  2. UntoBisunto

    Merì…sai che siamo un po’ opposti nella scrittura (ma anche nella vita credo) però mi piace molto il tuo modo di scrivere.

    Nella lista dei miei opposti favoriti ci siete tu e Carver.

    Niente male, eh?

  3. merincontraria

    @rossellarù: diciamo che facevamo finta di fare un pò di narrativa per vedere come un campione di lettori affezionato ( tipo rossellarù 😉 avrebbe reagito.

    @anonimo: grazie grazie grazie

    @bambina prodigio: secco sicuro, sazio…non so! Tu ci mangersti da un sacchetto di umido?:)

    @untobisunto: eh, siamo proprio adorabilmente merìn- contrari. Ma chi è carver? Asè mò vedo su Google.

    @francescobis: come sempre troppo buono. Seppi poi che eravamo nella stessa sala a vedere il Divo.

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