bollo in pentola
E tutto intorno è silenzio.
Un silenzio che non è in dizione e che non fa notizia. Un silenzio che è silenzio e basta. Tu, sola in cucina, mentre butti la pasta, persa. Persa nello shhhhhh che fa il sale sull’acqua bollente. La schiuma si increspa e tu, sola in cucina mentre butti la pasta, ti tuffi nel bianco grumoso al posto della pennetta.Eccoti, a dondolarti nella pentola calda, con i capelli che si afflosciano come spaghetti e la schiuma che entra nelle orecchie. Eccoti, nel glu glu cavernoso di bolle che si infrangono contro la schiena e ti rassodano i fianchi. Riesci persino a girarti a pancia in giù aggrappandoti ai manici d’acciaio. Immergi la faccia nell’aqua densa e salata, acqua panna, argilla, sei contro corrente, ma non c’è vento. In questo mondo liquido non hai più bisogno di respirare tutti i nomi che non ricordi. Affoghi sul fondo i registi che non conosci, i libri che non hai letto, il partito democratico, la sigla del Tg, i tanti rumori della tua vita. Ti rigiri, ti arrampichi su una grandebolla, stai in equilibrio liquido. Schizzi acqua fuori dalla pentolavasca irrigando i fornelli con goccioloni bollenti. 10, 100, 1000 te volteggiano in una tempesta i bolle e, in quel momento lì, senti che è davvero bello sgocciolare guardando il panorama all’ombra di un’opacità bagnata.
Alda F.