Cul' Hunter

Tutti i consigli dalla A alla Z per un’estate devvero cool!

 

A di assorbenti: stanca dei soliti lines con le ali, packaging viola che costano un botto di soldi?

Merincontraria propone per l’estate 2008 i Septona Cotton Care.

I Septona cotton care sono ergonomici, leggeri, verde acido, forniti di drynet system. Imbattibili nella variante ultra plus a soli 48 centesimi al pacco.

I Septona sono assorbenti greci, dunque esotici, estivi, mediterrenai.

Gustali con un pezzo di feta, una spolverata di salsa tzatzichi e una spruzzata di miele baklavas.

Consigliati: a tutte quelle che hanno fatto il liceo classico e/o odiano i salvaperizomi neri nuvenia pocket e/o si vergognano di comprare assorbenti appezzuttati.

 

Elle di Libri: Santa Precaria di Raffaella Ferrè, Stampa alternativa, 12€.

Santa Precaria è il libro perfetto per l’estate: piccolo, maneggevole, copertina trendy verde shocking e da quel poco che ho potuto capire anche ben scritto. Raffaella è una picciotta che ancora crede nel potere della scrittura, si commuove quando si legge, ma soprattutto dispensa in giro corni contro i malocchi e rivela segreti preziosi su come stecchire vicine di casa invidiose a botta di sale grosso.

Consigliato: ai laureati/e in ingegneria che pensano che il precariato sia un nuovo esotismo metropolitano.

 

Vi di vestiti: Merincontraria consiglia un negozio di fiducia gestito da un gay sposato.

Lei l’ha trovato. Il gay sposato si congratula con  il suo stile ma, ribadisce,  che starebbe meglio vestita a femminone mettendo in mostra la sua prorompente scollatura con degli abiti a farfalla multicolor.

I suoi consigli di stile summer 08:

 

Dehry per le romantiche, bon ton, franciofile

Paramita per le eccentriche alternative e spagnoleggianti

Morgan( il sito cercatelo voi) per le aggressive, esasperatamente modaiole.

 

Zeta di zucchine.

Ottime in tutte le salse e consigliate anche agli allergici.

S_Barbie

A tutte le ragazze degli anni 80

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Barbie del 2000 hanno le mutandine.

L’ho scoperto ieri fermandomi alla bancarella di una bambina e la notizia mi ha condizionato il pomeriggio marinaretto.

Come è successo?

Mi chiedevo rivoltandomi sul lettino.

Come farà Ken a spogliare Barbie per portarsela a letto?

Le Barbie più zok hanno le mutandine color carne e quelle più kast, coulotte ricamate bianche?

E se Barbie si mette un pantalone di lino nero come fa in controluce?

 

Affondo la testa nell’asciugamano e provo a risolvere il rebus.

Ipotesi:

 

a)      Le Barbie si erano scocciate di farsi la ceretta.

Bocciata: una vera Barbie non si scoccia mai di curare il proprio corpo.

 

b) Ken è un metrosexual e fa come quei feticisti giapponesi interessati solo ai peep-show e all’intimo delle lolite.

    Plausibile ma troppo condizionata dagli studi di scienze della comunicazione

 

c)      La Mattel progetta una fusione con un’importante casa di intimo per lanciare la linea Barbie’s secrets concorrente della Victoria Newyorkese

Plausibile ma avveniristica

 

d)      Le Barbie rieducano le nuove generazioni al principio dello zoccolismo latente: 3 ore per preparami, 3 minuti per dartela.

 

Un’onda anomala. Splash. Risposta giusta.

Diventa una s_barbie (barbie S_enza S_lip) anche tu!

 

 

Cuggini

Con loro scopri il sesso a sei anni poi li rincontri dopo venti medici o camerieri che aspirano le sigarette atteggiandosi col viso a grand’uomini e donne.

Mentre tu rotolavi nella tua bolla esistenziale loro si facevano i tatuaggi, si fidanzavano e facevano i figli.

Uno ha traslocato tre volte e ha fatto il funerale a un gatto che pisciava fuori dalla lettiera.

Il prossimo lo chiama Napoleone, che è l’unico nome, dice, che si porta per un gatto nero.

Ed ecco che subito gli  rubano l’idea geniale e si battezza Napoleone il gatto di un altro, grigio, tigrato e grasso.

Ma è il pelo che è doppio!

Si, vabbè.

Si parla solo di cose superficiali tipo andrai in vacanza che stai facendo ora quante ore lavori al giorno e si prende in giro qualcuno della famiglia.

Quelli che hanno lo stesso nome istaurano sempre una solidarietà speciale.

I più temibili sono i Marcelli, scetati, mancini e bravi a guidare la macchina.

Così come i bruni e ricci che fanno gruppetto contro i biondi con gli occhi chiari.

Potevano essere verdi come tua madre…

Già.

Ti immagini? Mora con gli occhi chiari…Che foss’!

Ogni volta esce un invito a casa un favore uno shopping insieme.

Ogni volta si prende un appuntamento che andrà come il cellofan nell’indifferenziata.

Ogni volta ti sembra di conoscerli daccapo perché li conosci da sempre.

Ogni volta c’è quello nel suo mondo.

Poi ogni tanto esce un nuovo fidanzato o un marito per caso che sarà sempre o geloso o pesante.

Il tuo ruolo richiede simpatia proverbiale nei confronti dell’outsider che tua nonna direbbe che è comunque sangue del tuo sangue.

Ma solo finchè giri l’angolo e un tuo omonimo nonchè clone:

Ma comm’ ha fatt’ a se spusà a chist?

Già.

 

Oi Marie

Ballata melò per Ogliastro Marina

Gli odori e il tramonto.

E a te ti viene mal di testa ma non dici niente perché mi vuoi bene come nel duemilequattro.

Io voglio solo camminare.

Avanti.

A piedi scalzi, sotto gli ibiscus che fanno i vermi.

Sono uomo?

Sono donna, sono donna.

Una donna fritta nell’olio del Cilento.

Sei Antica.

Come la sabbia che spolpo e rimpolpo.

Come l’acqua che sbatte i liquidi.

Donna fritta e seduta e costretta e via le cuffie dalle orecchie.

Via.

Fuga.

A leggere i libri degli autori delladolescenza che scrivono sempre peggio.

Ma tu lo sapevi che Virginia Woolf è morta suicida?

Si.

Tu queste cose le sai sempre.

Ti volevo chiedere.

Ma niente.

Sto zitta.

A che serve parlare?

Giochiamo alle ragazze ricche che prendono il sole sulla barca.

Mi abbronzo anche io, con la protezione uttanta.

Ah ah.

Penso agli egizi e alle pipette dei motorini…

No, io i motori non li capisco.

Sento le cicale e come ogni estate guardo la vita a testa all’ingiù.

Srotola il nastro di Hilary sulla pasta scoppiettante.

La più buona del mondo, eh?

E quello che scrivo in mente mentre la chitarra suona, sembrerà più bello di quello che scrivi tu.

No, tu.

 

mao mao

Che non è il nick di Mao Tse-Tung.

Arrivano. Con l’estate. Come sciami di api impazzite.

Hanno gli occhi vispi e aggressivi di chi si deve sempre difendere.

Masticano chewing gum facendo le bollicine dentro la bocca.

Portano fermagli nei capelli, calzini nelle scarpe da tennis, tatuaggi sul dorso della mano.

Puzzano di olio johnson e sudore ma sono sempre alla moda.

Cinese, coreana, indiana, di San Giuseppe Vesuviano.

Si svegliano all’alba per venire a mare in Costiera.

Una volta sulle spalle portavano i bonghi e le radio.

Adesso ascoltano i cellulari muovendo solo la testa.E ballano.

Bassi, sulle ginocchia, ondeggianti, come si porta adesso.

Si siedono nell’androne del treno buttandosi sugli zaini stracolmi.Quegli stessi che fino a qualche giorno fa usavano per andare a scuola.

Si baciano rumorosamente come se il mondo fosse quel brillantino che portano all’orecchio. Un accessorio.

Urlano.Come se dovessero spaccare il mondo, con le voci afone e la pelle macchiata dal troppo sole.

Per mettere i piedi sul sediolino dispongono prima il giornale: accussi o’ cuntrullore nun me po dicere niente.Ridono. E rido pur’io. E’ un’idea geniale.

Si svegliano e vengono a cercare l’acqua pulita, le spiagge pulite e i capelli che si arricciano al vento.

Vengono perché dove abitano il bagno non si può fare.

E se non ti fai nir’ nir al sud  non puoi campare. Parola di Merincontraria.

Sono sfingi con i lineamenti da lince e  i fianchi grondanti dai pantaloni a vita bassa.

Sono i mao mao e mente scrivo esultano inseguendo un goal sotto il cielo di un’estate italiana…

 

Caprae

Vip Capri: è l’isola della caprese a limone e dei Visitors vistiti da umani che sorseggiano drink estivi davanti al Grand Hotel Quisisana. Tutto è Grand nella Vip Capri. Grand zeppe, grand musso "a toteno" di Simona Ventura, grand coscia di Alba Parietti che ansima per i grand tacchi, grand abiti che sfilano sulle passerelle della vita e non solo su quelle di Vogue, grand Anorexia delle invitate al matrimonio del petroliere libanese e della sposa modella direttamente dal set della sposa cadavere. Non si divertono nella Vip Capri. I Grand sandali son tropp’ alt e i tight degli uomini tropp’ street. La top model cadavere, estenuata dal sanpietrino e dai flash dei ricchi contraffatti in Lacoste e paillettes, è costretta a salire in Piazzetta su un pulmannino porta merci abbarbicata allo sposo. Grand Vie. Destinazione: la Canzone del Mare dove Alba Parietti, finamente libera dalla morsa del sandalo, ha ansimato a Grand Voice con un feddajin di mezza età.
 

Pop Capri: è l’isola della caprese a cioccolato con i pezzetti di mandorla che s’incagliano  nei denti. Piove. Escono solo i turisti stranieri che escono in tutte le condizioni in preda a crisi autistiche di ansia da escursione. Sono riservati e teneri con i loro zainetti in goretex e i sandali da handicappato e  calzino di spugna bianco. Si incantano di fronte al panorama del Belevedere Cannone e ai Giardini di Augusto. Fotografano tutto tranne se stessi. La fisarmonica suona la sigla di Lupin e tanghi di Astor Piazzola. Le nuvole grigie e il bianco dei cunicoli si fondono in ali di gabbiani che urlano come i bambini piccoli quando hanno sonno. Le ciliegie costano 5euro al Kg e indiani sfiniti fanno su e giù per le scale. Il mare è un cristallo sotto gli impermeabili. Spagnoli lamentano i prezzi sfregandosi il pistolo e il caffè del Gran Caffè profuma di carbonio.

Caprae: dal latino ablativo locativo di Capri, dall’italiano plurale di equino femmina.

La notte dell'umido

Festa, festa. Festa. Uh- uh.
La notte dell’umido per noi è sempre festa.
La notte dell’umido è il giovedì notte, uh-uh.
La notte dell’umido è una festa giovane. E l’unica notte in cui io, Ellis e Ciccillo possiamo mangiare, latrare, guaire e abbiamo la forza di fare l’amore.
L’appuntamento è sulla scalinata della spiaggia, davanti all’ospedale vecchio.
Ellis è sempre la prima ad arrivare e inganna l’attesa scavando nei cespugli di parietaria o mostrando i canini ingialliti al pescatore Cosè che dopo averci rimesso più volte pelle e maglietta ormai non ha più paura.
 
Nessuno ha paura perché ci si abitua a tutto.
 
Ciccillo mi anticipa chè vuole annusare da solo il didietro di Ellis e vedere com’è predisposta. Ma io la conosco Ellis: la notte dell’umido raramente si nega perché l’aria è troppo frizzante e lo stomaco vuoto e dopo mangiato possiamo approfittare dei suoi capogiri e dell’ euforia generale per giocare al gioco degli innamorati.
Prima di iniziare il giro dell’umido facciamo un salto dalle galline della signora Margi che il giovedì si appallottolano tremolanti l’una sull’altra in attesa della nostra incursione.
Povere gallinelle, uh-uh, qualcuna morirà di infarto.
 
Prima o poi.
 
Villetta, piazza, Forno Asteroidi, case, portoni, palazzi, il giovedì notte è tutto un campo di umido. Palloncini trasparenti e mollicci. Soffici sacchetti di natura biodegradabile.
Che bontà, che profumo la carta verde dell’umido.
Carne, lische di pesce, scorze d’arancia, torsi di mela, vongole insabbiate, gusci d’uovo e glielo dico sempre a Ciccillo stare attento ai fazzoletti di carta che se no si affoga e dopo a Ellis chi la sente.
Ma Ciccillo è ghiotto e quando trova i lupini, inizia a spolparli con una tale ingordigia che il mondo intorno non ha più senso. Non esiste.
 
Tutto si perde nel silenzio della notte.
 
Io sono ordinato, non ci posso fare niente. Ho questa mania di non squarciare il sacchetto con le zampe ma di praticare un forellino con i denti e prendere solo quello che mi interessa.
Dicono che sono un signore. Per questo mi chiamano Milord.
 
Nessuno conosce il mio vero nome.
 
Da quando hanno tolto i cassonetti per l’immondizia mangiamo come si deve una, massimo due volte alla settimana, ma la scelta è più ampia e il cibo più selezionato per cui, non mi lamento.
Ai tempi del cassonetto potevi confondere lo Svelto col succo di frutta e finiva che vomitavi e scagazzavi tutte le strade del paese e le case di quelli che ci finivano con le scarpe dentro.
 
Dentro la cacca.
 
Dopo mangiato io, Ellis e Ciccillo diamo di matto urlando e rotolandoci sull’asfalto.
All’altezza di Corso Seroli incontriamo spesso Friz e Laica e qualche volta anche Maradona e Gionni. In branco ricominciamo a mangiare, guaire, latrare e fare l’amore.
 
Secchi d’acqua gelata cadono sull’animo pieno.
 
Cantiamo a squarciagola fino alle prime luci dell’alba. Poi ci disperdiamo per non farci trovare  da quelli della raccolta.
Io ritorno al mio ponte, Ellis alla scalinata e Ciccillo si ferma a guardare il mare.
E’ solo una scusa per cercare i lupini.
Io mi avvio avanti e faccio finta di non vederlo, ma ho un po’ freddo e mi viene una malinconia che quasi mi girare e dire Ciccillo sei come un fratello.
Poi però inizio a contare. Uno, due, tre…
Solo sei notti all’umido.
E festa sia. Uh-uh.
 

Gomorra Crisp

Uno, due tre, cento schiaffi prima di andare a dormire.

Bangt Bungt.

E stasera non ce la facevo a pigliarmeli.

Io ero andata a cinema solo per vedere Toni Servillo.

E invece la gente si mangia le patatine sulla tragedia e sull’arte.

Si mangiano le patatine sui sottotitoli al nostro dialetto.

Sui muccusi che guidano i camion.

Sulle scene dello smaltimento dei rifiuti inserite a posteriori.

Sugli amori che non hanno tempo di amarsi.

Sulle lampade che illuminano gli spari.

Sul gruppo animale e su quel senso di insicurezza che ti dà l’adrenalina.

E la voce rauca.

Pur’io ce l’ho per l’ansia di vivere.

Nessuno spiraglio per quelli di Gomorra.

Un cesto di mele in un campo di grano.

Roberto che si allontana.

Chissà Roberto vero,  Saviano, dove sta.

Vorrei dirgli: bravo robbè hai fatto una cosa epocale.

Ma gliel’ha già detto Enzo Biagi e basta e avanza.

Allora vorrei dire a Garrone: vai a girare un documentario su quella gente di merda dei tuoi spettatori che sul film per cui hai buttato il sangue, ride e si magna le Chipster.

Summer_t_aime

Summer_t_aime:la brutta fine di Summertime

Avanza. L’estate. Marciando.

Sulla stanchezza.

Sudano i piedi nelle ballerine.

Escono i pipistrelli dalla galleria della stazione.

Cammino con le mani in testa per paura dei pipistrelli.

Ho bisogno di occhiali da sole graduati.

Pedalano i ciclisti pompando le vene dei polpacci.

Il polline della voglia d’amare pulsa come il sangue nelle vene dei ciclisti.

Vorresti dormire senza mutande e combatti con pigiama di flanella.

Le giornate si allungano e avanzi marciando sulla stanchezza.

Driin. Sveglia. Sogni solo quando dormi da wlemetafore.

Ed è strano andare a lavoro con le amichette e il sole in cielo pieno di raggi ultravioletti.

Balli pizzica e tammurriata sul mappamondo: che si fa quest’estate?

Si fa, non si fa. E Londra sembra sempre lontana e allora ti perdi nei racconti dell’India e del Messico degli amici ricchi.

Nuovi nei e nuove lentiggini spuntano. Ma sono particolari!

Preferisci il succo d’arancia al caffèllatte.

Hai nuova chiavi, una scheda magnetica con cinqueuro di ricarica mensile, nuova scrivania, nuovo panorama, nuovi colleghi, nuova guida  tra le curve della campagna e già che ci sei metti pure la quinta.

Avanza l’estate e quasi penserei a un motorino.

Quasi però.

Sono troppo stanca.

Con ancora un bustone d’inverno da catalogare.

Lana. L’inverno s’ allontana.

E su questa bella rima di prima elementare chiudo.

After life

Il tempo che passa ti butta giù? Non ami festeggiare ma alle feste degli altri ti rotoli sul pavimento?L’idea di fare un party ti mette ansia?
 
Questo è il post che fa per te.
 
La soluzione ideale per chi soffre delle sindromi sopra elencate è la festa aperitivo sperimentata da Merin per le sue 26 primavere.
 
Invito: La festa aperitivo viene preceduta da un sms ironico agli invitati (max 20 compreso il cane ed esclusi i genitori). Il testo dell sms recita così: Sunday 27 April, saluta il sole a casa di xxx con un aperitive party. Start from 18.30. Happy birthday. Happy Hour. Non mancare.
Il tardo pomeriggio consente di non rinunciare al mare, all’abbuffata con i suoceri o alla scopata della domenica davanti a un telefilm e tutti saranno felici di venire alla tua festa.
 
Cocktail: Bellini fatto in casa con prosecco, succo pesca, 2 cucchiai di zucchero e un limone. In compagnia di Corona sale e limone, Prosecco avanzato dal cocktail, Falanghina e liquori da dolce da cacciare prima della torta insieme al buffet di dolci.
 
Cibo: Aperitivo corretto al mezzogiorno d’Italia. Stuzzicherie, seccume, tartine al tartufo, insalata di pasta e riso, rustici e tagliata di salame paesano.
 
Invitati: Se avete amici porshe e punkabestia perché non avete ancora una vostra identità è sempre necessario uno o più musicisti. La musica ha poteri olistici e trasversali. Se avete anche ospiti donne dall’ Olanda tutti gli uomini single penseranno di stare alle più bella festa della loro vita.
 
Location : Il salotto liberato dalla collezioni di argenti e uova di San Pietroburgo di vostra madre. Il balcone con le piante grasse che affaccia sul mare. N.B Dare sempre ai fumatori la possibilità di sfogarsi e ai timidi di trovare uno spazio di fuga.
 
Regali: toglieteci le speranze soprattutto se è domenica e soprattutto dalle amiche porshe. Gli amici punkabestia sono più diligenti sotto questo profilo per il principio che meno hai più dai.
 
Accessori: tutti gli strumenti musicali che avete in casa. Il giradischi con i vinili dei canti comunisti scioccherà gli invitati e vi farà considerare senza troppi sforzi un tipo cool.
 
Abito: coloratissimo che rende nelle foto.
 
Musica: manuale, lounge, folk, anni 60 -’70. Il tanti auguri bilingue (italiano e inglese) suonato con la chitarra è un credit ulteriore per le vostre prossime feste.
 
Andamento: ricordatevi che la festa è vostra e siete voi a scandire il ritmo. In pratica, vi auguro un sano totalitarismo del divertimento.
Se l’aperitivo si protrae oltre mezzanotte la festa è riuscita.